ANNO 14 n° 119
Spunto di vista, Shopping compulsivo tra piacere e patologia
>>>> di Elisabetta Zamparini <<<<
12/12/2014 - 02:01

di Elisabetta Zamparini

 
Fare shopping può essere un momento di forte gratificazione per se stessi: è importante per il benessere personale dedicare del tempo alla ricerca di cose piacevoli, farsi un piccolo regalo che assume un valore aggiunto se scelto con gli amici.
Spezzare la routine con ritagli di tempo dedicati allo shopping vissuto con allegria può diventare un momento di serenità e, soprattutto durante le festività natalizie, il piacere dello shopping può essere provato anche solo passeggiando tra le vetrine addobbate sentendo l’atmosfera dei preparativi per le feste.  
 
Quando il denaro investito per lo shopping è eccessivo rispetto alle proprie possibilità economiche, quando gli acquisiti sono sempre più frequenti e perdono la loro ragione d’essere perché la sola cosa importante è soddisfare un bisogno imprescindibile, lo shopping diventa un disturbo.
Nella nuova edizione del DSM V, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, lo shopping compulsivo è riconosciuto come categoria a se stante caratterizzato da ossessioni o compulsioni che all’inizio possono essere piacevoli ma con il passare del tempo si trasformano in imbarazzo, vergogna e sensi di colpa.  
Il compulsive buyer è alla continua ricerca del piacere nell’atto di acquistare, ogni volta che compra qualcosa è la “grande occasione” e non riesce a farne a meno, lo stato di tensione cresce e il desiderio diventa un impulso irrefrenabile. In seguito agli acquisti, la persona prova un profondo senso di colpa e vergogna quindi può nascondere gli oggetti comprati. La relazione conflittuale con le cose acquistate è il campanello d’allarme di sentimenti di tristezza, di vuoto e di senso d’inadeguatezza; il compratore compulsivo non sceglie sempre quello che preferisce davvero ma ciò che ritiene possa fargli acquisire certe caratteristiche vincenti per un’identità di successo, connessa a un grande desiderio di accettazione da parte degli altri.
Con il tempo, l’acquisto compulsivo ha delle ripercussioni negative non solo nell’ambito finanziario dell’individuo ma anche in quello familiare, lavorativo e psicologico.
 
Generalmente chi soffre di shopping compulsivo ha anche altre problematiche psicologiche, per esempio legate al controllo degli impulsi, alla depressione o al disturbo ossessivo compulsivo.
Le persone che acquistano in modo compulsivo, attraverso l’acquisto che suscita sentimenti positivi come la gratificazione, l’autostima e l’eccitazione, cercano di neutralizzare i sentimenti depressivi come la tristezza, la bassa autostima e il senso di vuoto.  L’effetto di benessere che l’acquisto produce, seppur temporaneo, instaura un circolo vizioso e danneggiante. In alcuni casi, l’impulso a comprare può, infatti, assumere le caratteristiche tipiche dell’ossessione, cioè il pensiero costante, intrusivo e coercitivo nella mente dell’individuo, come se il pensiero invasivo dell’acquisto irrompesse da solo. Per liberarsi da questo disagio la persona mette in atto così azioni compulsive e irrazionali.
In queste situazioni è importante intraprendere un percorso psicoterapeutico, mirato alla risoluzione di problemi che possono diventare invalidanti e invadenti non solo per il paziente che ne soffre, ma anche per coloro che gli stanno accanto.
 
Se desiderate approfondire questo o altri argomenti ecco la mail a cui scrivere per suggerire i nuovi articoli della rubrica: elisabetta.zamparini@gmail.com.
 
  Fare shopping può essere un momento di forte gratificazione per se stessi: è importante per il benessere personale dedicare del tempo alla ricerca di cose piacevoli, farsi un piccolo regalo che assume un valore aggiunto se scelto con gli amici.Spezzare la routine con ritagli di tempo dedicati allo shopping vissuto con allegria può diventare un momento di serenità e, soprattutto durante le festività natalizie, il piacere dello shopping può essere provato anche solo passeggiando tra le vetrine addobbate sentendo l’atmosfera dei preparativi per le feste.   Quando il denaro investito per lo shopping è eccessivo rispetto alle proprie possibilità economiche, quando gli acquisiti sono sempre più frequenti e perdono la loro ragione d’essere perché la sola cosa importante è soddisfare un bisogno imprescindibile, lo shopping diventa un disturbo.Nella nuova edizione del DSM V, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, lo shopping compulsivo è riconosciuto come categoria a se stante caratterizzato da ossessioni o compulsioni che all’inizio possono essere piacevoli ma con il passare del tempo si trasformano in imbarazzo, vergogna e sensi di colpa.  Il compulsive buyer è alla continua ricerca del piacere nell’atto di acquistare, ogni volta che compra qualcosa è la “grande occasione” e non riesce a farne a meno, lo stato di tensione cresce e il desiderio diventa un impulso irrefrenabile. In seguito agli acquisti, la persona prova un profondo senso di colpa e vergogna quindi può nascondere gli oggetti comprati. La relazione conflittuale con le cose acquistate è il campanello d’allarme di sentimenti di tristezza, di vuoto e di senso d’inadeguatezza; il compratore compulsivo non sceglie sempre quello che preferisce davvero ma ciò che ritiene possa fargli acquisire certe caratteristiche vincenti per un’identità di successo, connessa a un grande desiderio di accettazione da parte degli altri.Con il tempo, l’acquisto compulsivo ha delle ripercussioni negative non solo nell’ambito finanziario dell’individuo ma anche in quello familiare, lavorativo e psicologico. Generalmente chi soffre di shopping compulsivo ha anche altre problematiche psicologiche, per esempio legate al controllo degli impulsi, alla depressione o al disturbo ossessivo compulsivo.Le persone che acquistano in modo compulsivo, attraverso l’acquisto che suscita sentimenti positivi come la gratificazione, l’autostima e l’eccitazione, cercano di neutralizzare i sentimenti depressivi come la tristezza, la bassa autostima e il senso di vuoto.  L’effetto di benessere che l’acquisto produce, seppur temporaneo, instaura un circolo vizioso e danneggiante. In alcuni casi, l’impulso a comprare può, infatti, assumere le caratteristiche tipiche dell’ossessione, cioè il pensiero costante, intrusivo e coercitivo nella mente dell’individuo, come se il pensiero invasivo dell’acquisto irrompesse da solo. Per liberarsi da questo disagio la persona mette in atto così azioni compulsive e irrazionali.In queste situazioni è importante intraprendere un percorso psicoterapeutico, mirato alla risoluzione di problemi che possono diventare invalidanti e invadenti non solo per il paziente che ne soffre, ma anche per coloro che gli stanno accanto. Se desiderate approfondire questo o altri argomenti ecco la mail a cui scrivere per suggerire i nuovi articoli della rubrica: elisabetta.zamparini@gmail.com. 
  
VITERBO - Fare shopping può essere un momento di forte gratificazione per se stessi: è importante per il benessere personale dedicare del tempo alla ricerca di cose piacevoli, farsi un piccolo regalo che assume un valore aggiunto se scelto con gli amici.
Spezzare la routine con ritagli di tempo dedicati allo shopping vissuto con allegria può diventare un momento di serenità e, soprattutto durante le festività natalizie, il piacere dello shopping può essere provato anche solo passeggiando tra le vetrine addobbate sentendo l’atmosfera dei preparativi per le feste.  
 
Quando il denaro investito per lo shopping è eccessivo rispetto alle proprie possibilità economiche, quando gli acquisiti sono sempre più frequenti e perdono la loro ragione d’essere perché la sola cosa importante è soddisfare un bisogno imprescindibile, lo shopping diventa un disturbo.
Nella nuova edizione del DSM V, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, lo shopping compulsivo è riconosciuto come categoria a se stante caratterizzato da ossessioni o compulsioni che all’inizio possono essere piacevoli ma con il passare del tempo si trasformano in imbarazzo, vergogna e sensi di colpa.  
Il compulsive buyer è alla continua ricerca del piacere nell’atto di acquistare, ogni volta che compra qualcosa è la “grande occasione” e non riesce a farne a meno, lo stato di tensione cresce e il desiderio diventa un impulso irrefrenabile. In seguito agli acquisti, la persona prova un profondo senso di colpa e vergogna quindi può nascondere gli oggetti comprati. La relazione conflittuale con le cose acquistate è il campanello d’allarme di sentimenti di tristezza, di vuoto e di senso d’inadeguatezza; il compratore compulsivo non sceglie sempre quello che preferisce davvero ma ciò che ritiene possa fargli acquisire certe caratteristiche vincenti per un’identità di successo, connessa a un grande desiderio di accettazione da parte degli altri.
Con il tempo, l’acquisto compulsivo ha delle ripercussioni negative non solo nell’ambito finanziario dell’individuo ma anche in quello familiare, lavorativo e psicologico.
 
Generalmente chi soffre di shopping compulsivo ha anche altre problematiche psicologiche, per esempio legate al controllo degli impulsi, alla depressione o al disturbo ossessivo compulsivo.
Le persone che acquistano in modo compulsivo, attraverso l’acquisto che suscita sentimenti positivi come la gratificazione, l’autostima e l’eccitazione, cercano di neutralizzare i sentimenti depressivi come la tristezza, la bassa autostima e il senso di vuoto.  
L’effetto di benessere che l’acquisto produce, seppur temporaneo, instaura un circolo vizioso e danneggiante. In alcuni casi, l’impulso a comprare può, infatti, assumere le caratteristiche tipiche dell’ossessione, cioè il pensiero costante, intrusivo e coercitivo nella mente dell’individuo, come se il pensiero invasivo dell’acquisto irrompesse da solo. Per liberarsi da questo disagio la persona mette in atto così azioni compulsive e irrazionali.
In queste situazioni è importante intraprendere un percorso psicoterapeutico, mirato alla risoluzione di problemi che possono diventare invalidanti e invadenti non solo per il paziente che ne soffre, ma anche per coloro che gli stanno accanto.
 
Se desiderate approfondire questo o altri argomenti ecco la mail a cui scrivere per suggerire i nuovi articoli della rubrica: elisabetta.zamparini@gmail.com.
 
 




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